Presentazione del libro “HARLEM, il film più censurato di sempre” e proiezione del film di Carmine Gallone

Data di inizio
24 Febbraio 2022
Data di fine
24 Febbraio 2022
Categoria
    Archivio
Stato
Concluso

Luca Martera presenta il suo libro

HARLEM, il film più censurato di sempre
(La Nave di Teseo / Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, 2021)

Segue la proiezione della versione integrale del film uscito nell’aprile del 1943
(dcp dalla copia in pellicola custodita in Cineteca Nazionale)
HARLEM di Carmine Gallone, con Osvaldo Valenti, Massimo Girotti, Elisa Cegani, Vivi Gioi, Amedeo Nazzari, Luigi Almirante. (Italia, 1943, 113′)

Tutta la storia del film di propaganda fascista più razzista, antiamericano e antisemita e, per queste ragioni, più censurato dell’intera storia del cinema italiano

E’ probabilmente il film italiano più censurato di sempre. Ben trentuno minuti di tagli (trentotto minuti, se comprendiamo anche le modifiche ai dialoghi) stanno lì a testimoniarlo. Grazie al recupero dalla copia nitrato della Cineteca Nazionale, “Harlem” di Carmine Gallone è ritornato a parlare dopo quasi 80 anni. Uscito a fine aprile del ‘43, il film fu proiettato per qualche mese e poi riprese a circolare dopo la guerra nella versione censurata e approvata dal PWB, la divisione degli alleati specializzata in comunicazione e propaganda. Ma a cosa è dovuta questa censura-monstre? Oltre alle battute anti-americane pronunciate nel film dalla star Amedeo Nazzari, più di 20 minuti di tagli sono dovuti ai riferimenti alla guerra tra Italia e Etiopia del 1935-1936.

Il film, di fatto, celebra la vittoria fascista sugli abissini con il pretesto di un match di boxe tra l’orgoglio di Harlem, il nero Charlie Lamb (il meticcio Lodovico Longo), e la speranza di Brooklyn, l’italiano Tom Rossi (Massimo Girotti). Il tutto in un Madison Square Garden ricostruito a Cinecittà dove si parla un italiano letterario (e persino il francese) e non una sola parola di inglese. Ma cosa c’entra questo conflitto con il film? Tratto da una novella di Giuseppe Achille, scritta proprio per celebrare la vittoria sul Ras Tafari Hailé Selassié, la riduzione cinematografica fu tenacemente voluta dal gerarca capo di Cinecittà Luigi Freddi, il quale – dopo i rifiuti alla regia e sceneggiatura di Blasetti e Steno – reclutò un incredibile gruppo di sceneggiatori che più assortito non si poteva: il letterato americanista Emilio Cecchi, il fascistone Paolo Monelli, il futuro padre del Neorealismo Sergio Amidei, un ebreo che non poteva firmare a causa delle leggi razziali Giacomo Debenedetti e il direttore antisemita de “Il Littoriale” Pietro Petroselli.

“Harlem” fu forse la più plateale opera di mistificazione del regime fascista, visto che nella realtà Primo Carnera (che interpreta anche un cameo nel film nei panni di se stesso) fu sconfitto in due memorabili incontri di boxe sia dall’ebreo Max Baer che dal nero Joe Louis. I motivi di interesse storico non finiscono qui. Nel film furono usate circa un migliaio di comparse di colore, alcuni veri prigionieri di guerra sudafricani aggregati alle truppe inglesi catturati a Tobruk, in Libia, altri invece sudditi dell’Africa Orientale Italiana (etiopi, eritrei e somali) prelevati nel “villaggio indigeno” della mostra delle Terre d’Oltremare di Napoli. Alcuni di questi, a film finito, imbracciarono il fucile e affiancarono i partigiani in alcune operazioni nel Lazio, nelle Marche e in Toscana.

La battuta tormentone “Morte agli italiani!” pronunciata dal capo dei tifosi abissini al Madison Square Garden fa da leitmotiv al libro “Harlem – il libro più censurato di sempre” (pubblicato in co-edizione da La Nave di Teseo e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma) che racconta tutta questa incredibile videnca storia, mettendo a confronto la versione integrale del film di 113 minuti con quella censurata di 87 minuti, con l’aiuto di numerosi documenti inediti, custoditi  in vari archivi: dalla Banca d’Italia allo Stato Maggiore dell’Esercito, dall’Archivio di Stato (Ministero della Guerra, Ministero degli Affari Esteri, Ministero dell’Africa Coloniale) alla Segreteria Particolare del Duce fino ai Fondi Blasetti, Monelli e Visconti.

 

  • Data di inizio
    24 Febbraio 2022 18:00
  • Stato
    Concluso
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