I pugni in tasca di Marco Bellocchio I La battaglia di Liliana Cavani segue incontro con M. Bellocchio, L. Cavani, R. Faenza

Data di inizio
3 Ottobre 2016
Data di fine
3 Ottobre 2016
Categoria
    Archivio
Stato
Concluso

80 anni di Centro Sperimentale di Cinematografia (e non sentirli)
1955 – 1965   

I pugni in tasca di Marco Bellocchio (1965, 109’)
Quattro fratelli vivono in una grande villa di famiglia sulle colline del Piacentino con la madre cieca. Augusto, il maggiore, è l’unico ad avere un lavoro. Giulia ne è morbosamente innamorata. Gli altri due sono Leone, affetto da ritardo mentale e Ale dal carattere nevrotico e solitario. Sarà quest’ultimo a far saltare i già precari equilibri familiari.

La battaglia di Liliana Cavani (1961, 32’)
Un gruppo di giovani si riunisce in riva a un lago: ben presto affiorano tensioni e rivalità, che trovano un’eco nella rappresentazione fra i ruderi di un teatro della favola di Teseo e il Minotauro. Il riferimento alla mitologia dà alla vicenda un connotato simbolico che travalica i limiti di un semplice conflitto giovanile per svelare cicatrici più profonde. «Come per Incontro di notte (ma con sviluppo ed esito decisamente diversi), al centro della scena la giovane regista mette due uomini intorno a una donna; e, ancora c’è il diverso, l’uomo nero, che osa scandalosamente vivere come un bianco, occupando, anche fisicamente […] gli spazi spettanti all’altro, che si sente defraudato di ciò che quasi per diritto divino ritiene spettargli. […] Là dove nel corto del 1961 l’incontro tra due uomini intorno a una donna si risolveva in ode al desiderio, al sogno (alla gioventù), creando un’atmosfera sospesa, a tratti poetica, qui è tutto contrapposizione violenta, a partire dal bianco e nero fortemente contrastato, ai limiti della sovraesposizione. Una violenza incombente, che interviene anche nello stile, con la volontà di creare immagini “scomode”, privilegiando piani di ripresa obliqui, con l’obiettivo sempre in diagonale a fotografare volti, corpi (spesso sdraiati), di sbieco, raramente centrali […]: come a seguire il precipitare delle rive verso le acque del lago e insieme delle passioni verso l’inevitabile esito di morte» (Brignoli). Selezionato per il Festival di San Sebastian, 1962.

segue incontro con Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Roberto Faenza

 

 

  • Data di inizio
    3 Ottobre 2016 18:00
  • Stato
    Concluso
  • Categoria

      Archivio