Corte d’assise, di Guido Brignone, Italia, 1930, 68′

Data di inizio
11 Giugno 2021
Data di fine
11 Giugno 2021
Categoria
    Archivio
Stato
Concluso

Corte d’assise

Direzione artistica Guido Brignone. Soggetto Giuseppe Romualdi. Sceneggiatura Mario Serandrei, Guido Brignone. Tecnica fotografica Ubaldo Arata e Massimo Terzano. Tecnica Sonora Vittorio Trentino. Motivi musicali del Maestro Pietro Sassóli. Sistema sonoro RCA Photo phone. Scenografia Gastone Medin.

Interpreti e personaggi Marcella Albani (Leda Astorri), Dora Bardi (Lya Franca),  Elvira Marchionni (la cognata del guardiacaccia), Carlo Ninchi (Marcello Barra, il guardiacaccia), Renzo Ricci (Aroldo Cramoli), Elio Steiner (Giulio Alberti), Giovanni Cimara (Carlo Astorri), Camillo De Rossi (Adolfo Calandri), Vasco Creti (Giovanni, il cameriere di casa Astorri), Franco Coop (Il portiere di casa Calandri), Giorgio Bianchi (Lo sconosciuto), Luigi Carini (il presidente), Raimond Van Reil (il procuratore generale), Oreste Fares (avvocato difensore).

Direttore di produzione: Luigi Eliseo Martini. Aiuto regista: Mario Serandrei. Produzione Cines. Distribuzione L’anonima Pittaluga. Origine Italia, 1930. Durata 68’ (24fps) [1980 m.] Formato pellicola 35 mm, b/w. Aspect ratio: 1,33:1.

Il banchiere Adolfo Calandri viene ucciso con un colpo di pistola nel parco di una villa nella quale era in corso un ricevimento. Aroldo Cramoli, un giornalista che è tra gli invitati, inizia indagini per conto proprio, rinvenendo sul luogo del delitto una chiave e un mozzicone di sigaretta: gli indizi si concentrano su Marcello Barra, un guardiacaccia che viene arrestato benché si dichiari innocente. La sera stessa ladri ignoti penetrano nella casa del banchiere, asportandone carte e una fotografia. Nel corso del processo risulta che l’imputato lo aveva minacciato perché corteggiava sua cognata. Dalla deposizione del giornalista emergono inoltre particolari circa i suoi rapporti con un’altra donna, Leda Astorri. Lei ammette di essersi recata più volte dal Calandri per intercedere a favore del fratello Antonio Bardi, che ha firmato incautamente a vuoto una cambiale che è in possesso del banchiere: quest’ultimo, invaghito di lei, con un ricatto le aveva promesso di non mandarla in protesto facendo così scoprire la truffa ai suoi danni, a patto che diventasse la sua amante. Leda rivela tutto al marito Carlo, e ancora in preda allo sconvolgimento avrebbe ucciso il Calandri. Dalla ricostruzione del delitto effettuata nel giardino della villa, risulta però che la signora non può raggiungere la fondina dell’arma nel punto in cui è stata rinvenuta a causa della sua bassa altezza e dunque le dichiarazioni rilasciate non corrispondono alla verità. La situazione s’ingarbuglia quando ai giudici viene recapitata la lettera di uno sconosciuto che si rivela essere proprio Antonio Bardi, il fratello di Leda: costui, avendo saputo dal giornale che sua sorella è coinvolta nel processo, ribadendo la propria innocenza, prima di togliersi la vita annegandosi in un fiume la scagiona. La soluzione sembra lontana fino a quando un particolare rivelato dal giardiniere della villa fa smascherare il colpevole.

 

  • Data di inizio
    11 Giugno 2021 18:00
  • Stato
    Concluso
  • Categoria

      Archivio